giovedì 2 novembre 2017, ore 20.30
Potenza, Teatro Piccolo Principe
creazione: Àlex Serrano, Pau Palacios e Ferran Dordal
performance: Àlex Serrano, Pau Palacios and David Muñiz
voce: Simone Milsdochter
project manager: Barbara Bloin
programmazione video: Alberto Barberá
suono: Roger Costa Vendrell
creazione video: Vicenç Viaplana
scenografia: Saray Ledesma e Nuria Manzano
costumi: Nuria Manzano
assistente alla produzione: Marta Baran
assistente scientifico: Irene Lapuente. La Mandarina de Newton
comunicazione: Víctor Molina
Viaggio multimediale e multitasking. In una geniale composizione che abbina l’inarrestabile cammino dei migranti, alcuni frammenti de Gli uccelli di Alfred Hitchcock e il golf. Con video, centinaia di mini animali, guerre, contrabbandieri, un’enorme migrazione e tre artisti che gestiscono questo mondo disordinato con intelligenza, critica e impegno verso l’umanità. Ogni informazione spinge in diverse direzioni per poi convergere in un unico punto. Su quella foto divenuta virale dello spagnolo Josè Palazón. Lo scatto blocca l’immagine e il tempo sulla recinzione che divide Melilla, enclave spagnola in terra d’Africa, circondata da una barriera eretta per respingere i migranti. In bilico, proprio come gli uccelli di Hitchcock sopra la recinzione, decine di profughi cercano di superarla. Dall’altra parte, nell’indifferenza generale, gli abitanti giocano a golf cercando di realizzare un birdie, nel gergo golfista un punteggio inferiore al par per completare una buca. Un geniale e insolito accostamento intorno a cui si costruisce l’intero spettacolo. La performance, articolata in quattro atti, amplifica e cristallizza i linguaggi dei diversi dispositivi tecnologici: riprese video, montaggio, riscrittura, de-composizioni, luci, suoni. Una tale vastità di codici da diventare vera e propria materialità scenica. Analizzata in ogni dettaglio, accostata a nuovo materiale visivo, la fotografia di Palazón diviene il punto di partenza e di arrivo di un trattato visionario sulla migrazione tra i flussi d’internet, il golf e la minaccia degli uccelli. Da sempre attenta alle insidie che possono nascondersi all’interno di un’immagine, Agrupación Señor Serrano in Birdie crea il ritratto ipermediale di un presente dilaniato tra flussi di merci e nuovi muri. La migrazione diventa così metafora di volo, cammino, fuga da condizioni sfavorevoli alla ricerca di nuove possibilità. Un viaggio che accomuna e unisce le specie.