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La formula supera l'idea di una semplice rassegna, e anche quella di una pura presentazione di eventi. Si sviluppa invece come una pratica culturale innovativa, un work-in-progress, un cantiere aperto 365 giorni all'anno.

 

Luogo di confronto e di produzione di nuove idee, spazio per workshop performance spettacoli residenze progetti speciali – tutto questo fa del Festival un laboratorio che si apre alle questioni che il mondo contemporaneo pone a noi, "i soggetti". Nel corso di questi anni, il Festival si è andato intrecciando agli altri progetti – Arte in transito ed Estetica del virtuale – ideati e promossi da Basilicata 1799. In tutti è la città contemporanea, con la pluralità dei suoi spazi ed il multiversum dei suoi tempi, a costituirsi come il focus intorno a cui far ruotare la riflessione teorica e l'operari artistico dei differenti protagonisti: i pensieri "postumi" dei maggiori pensatori contemporanei, le pratiche più innovative di importanti gruppi del panorama europeo, la rete delle stazioni creative del territorio.

Questa IV edizione porta, da un lato, a compimento alcune questioni già emerse nella precedente edizione. Dall'altro, apre alla pluralità di senso che "spazio relazione corpo" – le tre parole/pensieri al centro del Festival – producono sul mondo-della-vita, sulla dimensione del nostro quotidiano. Queste parole/pensieri saranno il filo conduttore dei diversi luoghi-cantieri in cui si articolerà il Festival: da "Parole in transito" con le lectio magistralis di Umberto Galimberti, Aldo Bonomi, Franco Zagari, Isabella Pezzini, Claudio Bertorelli, Silvio Giordano al progetto speciale "avevo un cuore prima di conscermi. ricci/forte abita Potenza", dai workshop della sezione "Learning cities" con la Socìetas Raffaello Sanzio Franco Purini ma0 La luna al guinzaglio alla residenza teatrale di Gommalacca Teatro agli eventi con Santasangre Ricci/Forte L'Albero Abito in scena Orfeo Hotel contemporary project.

Lo spazio bene pubblico, le relazioni nella città, il corpo dei singoli nella comunità saranno in questo modo declinati secondo ottiche e visioni diverse, privilegiando le forme e le diverse modalità dell'arte, dell'architettura, del paesaggio, della scena teatrale e della danza contemporanea. E tutti questi differenti linguaggi entreranno in stretta relazione con la città e i suoi abitanti attraverso una molteplicità di pratiche e di forme. Per costruire momenti di discussione ed intrecci relazionali. Per aprire squarci verso un futuro diverso.

Il Ponte Musmeci e il suo contesto sarà ancora una volta al centro del Festival. Per noi rappresenta un "luogo di riflessione" e un laboratorio di "pratica culturale" attraverso cui intendiamo richiamare l'attenzione delle Istituzioni e dei cittadini sulle possibili nuove strategie di valorizzazione di questo importante monumento - "emblema di una città che sa suggerire e produrre innovazione".

A Franco Zagari – architetto e paesaggista di fama internazionale – abbiamo oggi affidato l'incarico di tornare a riflettere, con 15 giovani allievi, sul rapporto "sotto il ponte / sopra il fiume / spazio parco / spazio piazza / spazio museo", all'interno di un workshop che si terrà dal 2 al 4 luglio p.v. E sarà un'intensa riflessione sul senso ed il significato della bellezza, oltre il brutto che sistematicamente invade la nostra vita quotidiana.