Questo sito web utilizza i cookie per gestire l'autenticazione, la navigazione e altre funzioni. Utilizzando il nostro sito, l'utente accetta che possano essere utilizzati questo tipo di cookie sul proprio dispositivo.

venerdì 8 dicembre 2017, ore 20.30

Potenza, Teatro Francesco Stabile

 

di: Rocco Manfredi, Riccardo Reina, Alessandra Ventrella
regia: Alessandra Ventrella
con: Rocco Manfredi, Riccardo Reina
suono: Dario Andreoli
ideazione luci: Emiliano Curà
residenza artistica: Teatro delle Briciole
foto: Gloria Soverini
poster: Andrea Bovaia

 

Uno spettacolo affascinante e misterioso, realizzato da una giovane compagnia nata nel 2014 che raccoglie e interpreta con intelligenza e grande resa spettacolare la sfida di un teatro di silenzio, senza parola che rimanda con semplicità a Beckett, Pinter, Kantor, per cercare una via contemporanea al teatro di figura con la consapevolezza di un percorso di studi ancora in fieri. Con queste parole la giuria del premio Scenario 2015 ha assegnato al trio la Segnalazione speciale per la performance Homologia. Che non è un racconto, in quanto non ha un inizio, uno sviluppo e una fine, la consuetudine drammaturgica cui siamo abituati. Per tutta la durata dello spettacolo è raccontato uno stato d’essere e d’animo appartenente alla vecchiaia, età della vita di ciascun essere umano che la compagnia Dispensa Barzotti racconta con estrema delicatezza e originalità senza parole, compensate da azioni e gesti che rendono questo spettacolo un piccolo gioiello. Il protagonista della storia è tratto da un racconto dell’inglese Daniel Miller che nel 2008 pubblicò dopo dodici anni di studi il libro Cose che parlano di noi. Un antropologo a casa nostra, una raccolta di ritratti degli abitanti di una strada di Londra. Uno dei racconti è dedicato alla figura di George, un uomo anziano, che all’età di settantacinque anni non aveva ancora veduto la sua vita iniziare. E, quel che è peggio, lo sapeva. Miller aveva intitolato il capitolo dedicatogli Vuoto in riferimento all’arredo scarno dell’abitazione dell’uomo. Un’atmosfera magica e surreale irrompe per tutta la durata dello spettacolo. Il buio in sala fa aumentare l’attenzione del pubblico sulla scena e sui movimenti lenti di George e sul suo stato d’animo, quello di chi ha vissuto senza vivere davvero appieno la propria vita, che cerca ora di restituire un’esistenza agli oggetti che trova in casa per restituirla anche a se stesso. Homologia, una riflessione sulla condizione prima dell’uomo, la solitudine, l’esperienza più importante e appagante che rende la vita unica.