Mounir Saeed
Nato a Il Cairo, è considerato tra le figure di spicco della nuova generazione di danza contemporanea.
Inizia la crescita fisica giocando a calcio. Per cinque anni si diletta tra i pali di una porta. Nel 2007 avvia il percorso di danzatore grazie al Cairo contemporary dance workshop program allo studio Emad Eddin e curato da Laurence Rondoni e Nevine EI Ibiary. Prosegue il proprio percorso con Karima Mansour e partecipa a numerose residenze in Europa. Nel 2009 presenta il primo lavoro da solista, El leaba con cui fin da subito si fa notare. Con Il gioco, Mounir vince sempre nello stesso anno il premio dell'International modern dance festival organizzato dal Teatro dell’Opera di Il Cairo. In breve tempo raggiunge una discreta fama oltre che un’ottima esperienza. Lavora come ballerino e coreografo al festival di Nassim El Raqs e in diversi Paesi tra cui Francia, Olanda, Italia, Svezia, Tunisia, Siria e Libano. E’ coreografo in varie opere da solista come Il sangue sotto le voci d’acqua, L’uomo appeso, L’altro e io, Forse e Piccola storia e di gruppo con Guarda la morte dell’arte, Via e Non farmi fare del male del settembre 2012. Nel 2014, infine, presenta una performance in collaborazione con The british council egypt intitolata Prophesy/Submission. In contemporanea tiene workshop e lezioni in diversi circoli culturali a Il Cairo.
What about Dante
FOCUS YOUNG ARAB CHOREOGRAPHERS
domenica 10 settembre 2017, ore 20.30
Matera, Museo archeologico nazionale Domenico Ridola
di e con Mounir Saeed
Lo spiritualismo sofista miscelato alla musicalità degli inni cristiani e dei canti orientali. Nuovo lavoro dell’egiziano Mounir Saeed che propone in giro per l’Italia What about Dante, performance ispirata all’Inferno della Divina Commedia. Non è di sicuro il primo a vedere un lato esoterico nel Sommo Poeta che, per lui, fu illuminato dal sufismo e, lungo la rotta tra Firenze e lo spiritualismo orientale, ne legge connessioni invisibili ai più. Dante creò il suo personale inferno cercando di descrivere un percorso di approfondimento. Ricreò le proprie paure e la loro cura. Si pose sul limite tra il paradiso e l’inferno.
Ognuno di noi, come Dante, ha il proprio Ade e, ponendo sul petto ampio e rosso la croce o i nostri principi, noi tutti siamo Dante. Il lavoro crea una melodia tra il movimento e il suono. L’interprete che rappresenta il poeta fiorentino canta e la musica è creata dal performer stesso insieme a inni cristiani e canti orientali cercando di creare una fusione tra la spiritualità delle due culture. Una danza rituale, che nella traiettoria dello sguardo celebra il desiderio, la nostalgia, la sottomissione dell’uomo a Dio. Si ha quasi l’impressione che il suo lamento sia il vento sprigionato dal suo stesso movimento rotatorio. E invece è la forma del respiro, basso, ventrale, visceralmente terrestre, a originare il vortice ipnotico che alla fine sbalza via il danzatore spossato, come un pianeta uscito dall’orbita. In anteprima la performance What about Dante, della durata di trenta minuti, è stata presentata alla ventesima edizione del Solo dance theatre festival di Stoccarda, dove ha vinto il terzo premio e al nono Cortoindanza a Cagliari.