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martedì 17 ottobre 2017, ore 20.30
Potenza, Teatro Francesco Stabile

 

di Simone Derai e Patrizia Vercesi
regia Simone Derai
tratto dal romanzo Il Sopravvissuto di Antonio Scurati con innesti liberamente ispirati a Platone e a Cees Nooteboom
con: Marco Menegoni, Iohanna Benvegna, Marco Ciccullo, Matteo D'Amore, Piero Ramella, Francesca Scapinello, Margherita Sartor, Massimo Simonetto, Mariagioia Ubaldi
maschere: Silvia Bragagnolo e Simone Derai
costumi: Serena Bussolaro e Simone Derai
musiche e sound design: Mauro Martinuz
video Simone Derai e Giulio Favotto
con: Domenico Santonicola (Socrate), Piero Ramella (Alcibiade), Francesco Berton, Marco Ciccullo, Saikou Fofana, Giovanni Genovese, Elvis Ljede, Jacopo Molinari, Piermaria Muraro, Massimo Simonetto
riprese aeree: Tommy Ilai e Camilla Marcon
concept ed editing: Simone Derai e Giulio Favotto
direzione della fotografia e post produzione: Giulio Favotto / Otium
produzione: Anagoor
co-produzione: Festival delle Colline Torinesi, Centrale Fies

 

Mai come oggi, in un mondo che ha perso ogni punto di riferimento e dove è arduo trovarne di nuovi, è necessario parlare di educazione, formazione e istruzione. Tema chiacchierato ma eluso nelle piazze istituzionali e nel confronto pubblico. Anagoor, prendendo spunto dal libro di Antonio Scurati, Il sopravissuto, avvia una riflessione sulla questione educativa oggi. E s’interroga sul ruolo del maestro rispetto ai discepoli e al sapere. Non è un semplice adattamento teatrale del romanzo. La compagnia veneta estrapola alcune tra le pagine più emblematiche del libro intrecciandole ad altre vicende. Come la narrazione delle ultime ore che precedono la morte di Socrate per ingiunzione della città così come raccontate da Platone nel Fedone o altri innesti ispirati allo scrittore olandese Cees Nooteboom e l’istante in cui lo studente Vitaliano Caccia massacra a colpi di pistola l’intera commissione di maturità lasciando in vita il solo insegnante di storia e filosofia. In scena otto ragazzi e il loro docente conscio del suo ruolo di educatore e della sua inadeguatezza nel comprendere fino in fondo l’intimo essere di ogni alunno. Consapevole di non poter spiegare fino in fondo le ragioni e le cause di un mondo in cui guerra e povertà regnano sovrane stretto tra i tempi e le modalità imposte dai programmi ministeriali. Ma pronto comunque a mettersi in gioco per portare a compimento la sua missione.

Tra passato e presente l’interazione avviene attraverso un video che ricostruisce ciò che è avvenuto 2.400 anni fa. Il dialogo serrato di Socrate prima di morire con il giovane Alcibiade al quale spiega cosa è il giusto e cosa l’ingiusto e se il giusto coincide con l’utile. Il ragazzo incalzato dalle domande vacilla e ammetterà la propria ignoranza e presunzione. Il lavoro di Anagoor non offre né chiede risposte in un mondo che ha bisogno di essere ricostruito, rieducato partendo dalla tradizione che ha formato il nostro pensiero. Un mondo che però lentamente ha perso la capacità di distinguere verità da menzogne, realtà da opinione smarrendo la connessione tra conoscenza e ricerca della giustizia, virtù imprescindibile per governare la polis.