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Por la escala del tacto
bajamos ascendemos
al arriba de abajo,
reino de las raíces,
república de alas

Attraverso la scala del tatto
scendiamo ascendiamo
all’alto del basso,
regno delle radici,
repubblica delle ali


Pilares,
Octavio Paz

 

Potenza è una città alla ricerca di una sua identità. Una ricerca che può risultare ossessiva e pretenziosa se la storia diventa un luogo di reliquie, di oggetti morti e privi di vita. Molte tracce sono state disperse o distrutte, espulse con violenza dal corpo vivo della città. A differenze di altre città il suo skyline non è caratterizzato dal centro storico – dall’antico – ma dalla perturbante verticalità delle sue costruzioni, che forsennatamente si è sovrapposta alla sua umile origine.

 

Potenza, infatti, si offre, s’impone allo sguardo come verticalità.

L’occhio, nel guardarla, è costretto a salire e a scendere, per percorrerne lo spazio – o gli spazi – e tentare di accoglierlo nel campo visivo.

La verticalità è per il capoluogo lucano addirittura una necessità, il suo nomos.

Bisogna allora dare espressione all’anima della città, evocando il suo passato per guardare al presente e slanciarsi verso il futuro.

 

Questa manifestazionenon può non fare i conti con il suo genius loci.

Il Festival Città delle Cento Scale, come tentativo di “captare” appuntol’anima della città.

E le scale sono cento perché, come sostiene la bambina che salta con la corda e conta le stelle in Drowning by numbers (Giochi nell’acqua) di Peter Greenaway, “Cento sono sufficienti”.

Scala, però, significa anche “successione di elementi disposti secondo un ordine di grandezza, intensità, importanza”, variazione, sequenza.

 

L’obiettivo del FestivalCittà delle Cento Scale è quello di declinare scala non solo secondo la dimensione fisica, spaziale della verticalità ma anche nel senso della variazione, della serie, della gamma, così come indicato dalle varie sezioni che lo caratterizzano, ognuna della quale ne sottolinea una qualità particolare.

La città si rivela attraverso le forme espressive della danza e dell’arte della performance contemporanea a stretto rapporto con i luoghi materiali, vissuti dai cittadini che entrano come protagonisti diretti degli avvenimenti, diventando, nel contempo, una delle scena internazionali più interessanti su cui la danza urbana e le arti performative possono manifestarsi.

 

Le scale, le architetture della città incontrano la danza contemporanea nella sezioneIn Itinere.

Danzatrici e ballerini, tra i più significativi della scena italiana e mondiale, fuori dai teatri e dai luoghi deputati, sorprenderanno il pubblico “distratto e frettoloso”, coinvolgendolo in situazioni tanto inaspettate quanto piacevoli, aprendo una finestra importante sulla scena internazionale della danza contemporanea, nella sua declinazione urbana.

Il capoluogo lucano ospiterà le compagnie di danza contemporanea Motionhouse Dance Theatre, gli Arearea e i Sistemi Dinamici Altamente Instabili.

Senza dimenticare il progetto site specific della CompagnieRetouramont all’interno della “pancia” del Ponte Musmeci: lo splendido ingresso alla città diventa lo scenario quasi escheriano che ospiterà le danze acrobatiche della compagnia francese, tra le più famose per la capacità con cui fa dialogare danza e architettura.

 

Le gradinate della città diventeranno il palcoscenico, con la sezione Spettacoli dal territorio,anche per proposte teatrali da parte di giovani e interessanti compagnie: Abito in scena, Officina Accademia Teatro, La luna al guinzaglio, Feedback con Luigi Catalani e Damiano Saltarelli.

 

Nella sezione Eventi Speciali troveranno spazio artisti e compagnie che viaggiano tra diversi mondi artistici senza innalzare barriere tra una forma espressiva e l’altra ma, anzi, attraverso pratiche di ibridazione testuale, con grande comunicabilità nei confronti del pubblico.

 

La compagnia di teatro contemporaneo Motus alle prese con le variazioni sulla materia teatrale e cinematografica di Fassbinder: “Le lacrime amare di Petra Von Kant” diventa il pre-testo dello spettacolo “Rumore Rosa” per addentrarsi nel magma del desiderio, nell’avvitamento della coazione a ripetere, nella insostenibilità di una melancolia che non riesce a trasformarsi in lutto.

 

La varietà di ortaggi freschi che i membri della Vienna Vegetable Orchestra trasformano in strumenti ma anche in note olfattive e sensazioni tattili: ritmi house, afro, tribali creati da carote, zucche, melanzane, lattuga e fagioli per la gioia di bambini e appassionati della sperimentazione sonora più raffinata e all’avanguardia.

 

Le performance artistiche riguarderanno anche la poesia con due momenti di grande intensità.

 

La memoria arcaica e rurale dei paesi lucaniche si accende e vibra attraverso la voce e il corpo di John Giorno, protagonista del poetry film Nine Poems in Basilicata.

La gestualità e le variazioni sonore del grande poeta beat americano s’inscrivono nelle immagini in movimento di Antonello Faretta, creando un cortocircuito tra la sonnolenza dei luoghi e la vitalità della parola poetica.

 

Le poesie di grandi autori contemporanei sul tema delle città, interpretate magistralmente dalla gamma di espressioni di Toni Servillo: il suo volto e il suo corpo che, con leggeri, quasi impercettibili cambiamenti, si trasformano nei panni dei tanti personaggi interpretati al cinema e in teatro: un amministratore trafelato, un intermediario della mafia, un ispettore alle prese con un delitto, un direttore d’orchestra ebbro e sognante, un faccendiere del traffico di rifiuti tossici (Gomorra) fino a Giulio Andreotti (Il Divo).

 

Potenza, dal 27 giugno al 14 luglio 2008, diventa scena inquieta e accogliente, vitale e sorprendente, pronta a ripagare la fatica della salita con fantasmagorie, aromi, pensieri, sorrisi.

Il primo gradino di un lungo percorso nel futuro.