Scelta fra le prime cinque giovani compagnie individuate in Italia nel biennio 1997/99, attualmente fa parte delle compagnie di Innovazione riconosciute dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Basilicata.
La poetica che Officina AccademiaTeatro nel corso degli anni ha elaborato è riconducibile ad una sorta di neoumanesimo uno scandaglio sui limiti dell’uomo e del suo essere nel mondo con tutte le sue contraddizioni.
La linea artistica di Officina AccademiaTeatro sviluppa pertanto una concezione del teatro come continua attività di ricerca nell’ambito della drammaturgia contemporanea che, attraverso le possibilità poetiche insite nella scrittura scenica, diviene continua investigazione sulle possibili inserzioni fra parola e scena, fra lingua e sinergia di linguaggi.
Partendo da tali presupposti Officina AccademiaTeatro ha allestito i suoi spettacoli affrontando sentieri e tematiche impervie, ma indissolubilmente legate alla condizione dell'uomo nella società civile e, inevitabilmente, del rapporto fra uomo e condizione umana. Nutrite da queste esigenze sono nate le scritture drammaturgiche e gli allestimenti dell’Officina AccademiaTeatro che cercano di conciliare dialetticamente la forma con il contenuto, l'effetto formale con quello prettamente realistico.
L’Officina AccademiaTeatro persegue un teatro diverso, un teatro che abbia la consapevolezza di ricercare nuovi mezzi espressivi con una funzione sociologica e psicologica diversa, che smetta di descrivere semplicemente stati d'animo e personaggi per coinvolgere, attraverso l'evento spettacolare e non solo, lo spettatore.
Proprio a costui viene proposta un’esperienza emotiva globale e totalizzante, viene trasmessa un'esigenza, viene chiesto quali bisogni intellettuali e spirituali il teatro dovrebbe soddisfare nella propria coscienza. E', dunque, necessario lasciare che lo spettatore scopra quanto il teatro possa essere, nel suo procedere labirintico, un evento necessario, intricato di nodi e privo di soluzioni.
Per l’Officina AccademiaTeatro instaurare un rapporto quasi "pedagogico" con il pubblico vuol dire instaurare con quest'ultimo un processo osmotico, vuol dire riuscire a dialogare con lui, stabilire in che misura l'esperienza teatrale ha messo le sue radici nella memoria di ciascuno spettatore. E' necessario sentire lo spettatore come un mondo unico ed irripetibile, perché non può esistere una comunione completa di tutti gli spettatori: possono esistere relazioni intense, spesso intensissime fra quest'ultimi, ma basate su una reciproca ed irrinunciabile estraneità. Tutto ciò è sicuramente un motivo di difficoltà, ma può essere sfruttato come una sorta di preziosa fonte di energia teatrale.
Sulla scorta di tutto questo sono nati gli allestimenti ed i percorsi laboratoriali e multimediali rivolti al pubblico dell’ Officina AccademiaTeatro non eventi ma progetti e percorsi innovativi sentiti dalla mente ed elaborati nel cuore.
Tra i lavori prodotti da OAT:
Frammenti Estravaganti (1998)
Judenrein (1997 - 1998)
Limerick (1998, testo vincitore del Premio “Sette Autori Sette Commedie” pubblicato da Edizioni Erga di Genova)
Aminta (1998)
A gamennone, Tragedia di Donne (1999, coproduzione con l‘Università di Siviglia)
Fetonte, storia di un sogno (2000, Premio “L. Olivier” all’artista cileno Miguel Angel Giglio per la migliore installazione multimediale, Londra)
Trilogia del Sogno: Fetonte, Ilias, Aristeas (2001 - 2002)
Liombruno (2001, Premio “Elsinore” a Sandra Bianco miglior testo per il teatro)
Anti Gone’ (2002 – 2003, Premio a Pino Quartana migliore regia festival di Altomonte)
Infierno, Antifona Dantesca in partitura scenica (2004)
Judenrein ripresa 2005
Senectus 2006
Infernalia - Trittico videoteatro (stagione 2008 in programmazione presso gli Istituti Italiani di Cultura di Ankara, Bucarest e Lubiana).