(...) Nella danza urbana la plastica animata dei corpi in movimento si confronta con quella statica, ma ugualmente vibrante di tensioni dell'architettura, mentre l'assurda ritualità ludica dei corpi danzanti pone domande imbarazzanti alla frenetica attività utilitaristica e finalizzata che la circonda. Nella danza urbana si intrecciano provocazione antropologica e accettazione sociale; si sfida criticamente quella qualità della vita a cui, tuttavia, implicitamente si accetta di appartenere in pieno. Utopicamente è un tentativo di sabotaggio dall'interno dei meccanismi vitali della macchina-città, ma al tempo stesso è cercare nel suo ventre pulsante e troppo spesso indifferente, rifugio protettivo per quelle attività espressive che troppo spesso languiscono nel chiuso e nel rifiuto dei teatri inospitali. (...)