Regia Stefano RICCI
Cosa hanno in comune Eschilo, Hannah Arendt, Gregory Crewdson, Edward Hopper, Antonin Artaud e i Led Zeppelin? Il corto circuito è in "Darling", il nuovo spettacolo di ricci/forte. Lo spunto è nell'"Orestea", trilogia tragica che valse a Eschilo la vittoria alle Grandi Dionisie del 458 a. C.. È la storia del ritorno dalla guerra di Troia di Agamennone ad Argo, del suo omicidio da parte della moglie Clitennestra e del suo amante, della vendetta del figlio Oreste che oltre a Egisto uccide anche sua madre e la successiva persecuzione delle Erinni contro il matricida. Come sempre quando ricci/forte s'ispirano ai classici, queste vicende saranno punto di osservazione e trampolino di lancio per aggredire la realtà. Così, la realtà quotidiana è terremotata attraverso l'individuo e la sua paradossale soggettività, al tempo stesso irripetibile e fatta in serie. Obiettivo è il tempo della crisi che attraversiamo, con l'inconsapevolezza e la degenerazione autodistruttiva, le impossibili speranze, la falsa morale e, paradosso estremo, quel bisogno di etica di cui parlava Arendt.