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Due "wunderkammer soap" di ricci/forte – frammenti inquieti di 25 minuti, tanto quanto dura una soap opera, ispirati all'universo elisabettiano di Christopher Marlowe – per il quarto appuntamento del Festival Città delle 100 Scale, rassegna internazionale di danza e arti performative nei paesaggi urbani curata dall'Associazione culturale Basilicata 1799.

 

Giovedì 15 dicembre. Repliche a partire dalle 18,00 fino alle 22,30: per Didone, all'auditorium del Conservatorio di musica; per Edoardo II, all'Apof-Il. Gli spettacoli sono vietati ai minori di 18 anni. La prenotazione è obbligatoria. E dalle 23 "in dialogo", una conversazione con Stefano Ricci e Gianni Forte.

In Didone, Giuseppe Sartori, completamente denudato, è l'attore protagonista, un transessuale ferito e sconfitto dall'amore. Una belva in gabbia che non graffia nemmeno più. Tacchi a spillo argentati, corona di plastica da reginetta di uno scadente concorso di bellezza, Sartori è supportato dalla voce di Stefano Ricci che ne esplica i pensieri in uno squallido crescendo dove il torbido e l'autodistruzione prendono forme sempre più denigranti, devastanti e punitive. Rossetti, rimmel, pellicce ecologiche, deodoranti e lacca riempiono questa stanza-camera mortuaria, questo nido-loculo coloratissimo e intriso di musiche.

In Edoardo II, ambientato in una cella-cantina che ricorda quella della omonima tragedia di Marlowe, Anna Gualdo/Isabella – con Valentina Beotti e Anna Terio/altre due detenute X e Y – evoca, nel lamento, la presenza/assenza del sovrano. Tutto è già avvenuto: Gaveston, il tradimento, la vendetta di Isabella con l'assassinio per mano sua dei due amanti, invidiati per il legame che li unisce. Ora, Isabella è rinchiusa, prigioniera degli stessi oggetti-simbolo della sua vicenda di donna: i collant, segno di femminilità e arma che ha dato la morte, e i vasetti di Nutella, risposta compensatoria al desiderio erotico:

 

edoardo gaveston

ricordi

edoardo gaveston

cerco di coprirli sotto tonnellate di cioccolata

riaffiorano

bolle di ossigeno

incancrenite sotto pelle

a scottarmi

a ricordarmi che un amore così

violento

assoluto

naturale

lo voglio anch'io

lo vogliamo tutti

[...]

edoardo gaveston

il vento dell'amore non chiede carta d'identità

il vento dell'amore viaggia bendato

il vento dell'amore soffia come tramontana

l'unica cosa che possiamo fare per proteggerci

è lasciarci spazzare via da lui.