martedì 1° dicembre 2015, ore 20.30
Teatro Francesco Stabile, Potenza
di e con Gabriele Paolocà
Vincitore Premio In-Box 2015 e Direction Under30 – Teatro Sociale Gualtieri
In qualsiasi teatro dell’Occidente c’è un Amleto in cartellone. Ogni anno. Ma alla fine in scena resta sempre un uomo terribilmente isolato. Vivere o morire, essere o non essere, amare o dormire. Ancora e sempre da soli. Amleto, la cifra assoluta dell’umana solitudine.
Anche in questa versione con il teschio sul desktop del Mac. Il solitario lavoro di Paolocà sorprende per sincerità e risultato. Sagomato da un controluce, muove passi lenti in un costume cinquecentesco di velluto scuro, calzino tirato al ginocchio e un paio di logori anfibi. Nelle mani rami spogli, come in un’offerta rituale. La luce gli scopre poi una parruccona bruna tirata in un enorme chignon e il viso truccato pesantemente. Questa immagine grottesca, da clown malinconico, agguerrito e distrutto, sarà il leitmotiv di questa vincente divagazione sul Principe di Danimarca. L’attore chiude il tutto in un monologo esilarante e sofferto insieme, ora ingobbito su una scrivania, ora volteggiando, urlando e cantando, agitando in mano l’unico comprimario, un MacBook grigio che emette animazioni di teschi, slideshow di colori che danno forma ai fantasmi, anima conversazioni Skype con Gertrude e Claudio, connette chat con Orazio e Ofelia. Questo Amleto, dove Fx sta per effects, è un ragazzo rinchiuso nella sua stanza, con Marylin e Amy Winehouse, facebook e il grunge, i Joy Division e Robin Williams, emblema di un adolescente tormentato e un po’ demodé, afflitto dalla malinconia e dall’esibizionismo ambiguo.