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L'ottava edizione del festival è segnata da una parola chiave che ne fa da cornice, nata come sempre da alcune considerazioni sulle prospettive storiche in cui siamo immersi, con l'obiettivo di attivare una riflessione collettiva.
Partiamo dall'ambiguità della scrittura (In DEBITO). Debito e indebito sono due parole che vogliamo fare interagire in “contrasto” tra loro.

 

Debito
Il termine racchiude vari significati: dovuto, necessario, conveniente, e trova rispondenza soprattutto in ambito economico, teologico e politico.

  • «Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori», recita il Paternostro secondo il Vangelo di Matteo. In questo caso la preghiera segnala la profonda matrice religiosa del termine connessa a quella di colpa, a partire dalla colpa originaria del peccato originale.
  • Il senso infinito del debito nei confronti di Dio, nella modernità si riflette nella dimensione giuridica ed economico-politica che oggi risulta quale fondamento della condizione umana. S'incarna, cioè, nel consumismo, nel capitale umano (siamo imprenditori di noi stessi), nel meccanismo auto produttivo della finanza senza scopo. «Il Capitalismo è un culto che non consente espiazione, bensì produce colpa e debito», appuntava in alcune sue annotazioni W. Benjamin: così il debito si lega alla colpa (perpetua) senza possibilità di remissione.
  • La parola Schuld in tedesco designa insieme il debito e la colpa.

 

“Questa nuova religione” tesse una rete che intrappola individui in forme via via più sofisticate di debito, generando colpa. Una condizione dovuta all'impossibilità dell’insolvenza a causa dell'esistenza precaria. In questa stessa condizione si cela il paradosso per cui senza la contrazione del debito è a rischio la propria esistenza individuale e sociale. Di qui alcune domande, altre se ne possono aggiungere: chi governa l'economia del debito e con quali mezzi? Come ne è condizionata la vita economica e sociale e quale dimensione esistenziale si prospetta per gli individui?

 

Indebito
La parola è chiaramente legata al concetto di debito e ne caratterizza alcune azioni e atteggiamenti: sconveniente, inopportuno, immeritato, ingiusto. Possiamo assegnare un significato paradossale a partire da alcune considerazioni.

  • Il potere non si manifesta solo nella sua capacità repressiva, ma agisce in termini produttivi.
  • Il diffuso utilizzo sul piano economico e sociale di capacità creative, pone i soggetti in una continua valutazione e autovalutazione di sé che genera frustrazione competitiva.

 

Un potere che in qualche modo dà vita attribuendo al soggetto un valore implica anche la possibilità di una vulnerabilità interna. All'esterno emerge, infatti, la possibilità di cogliere i segni delle contraddizioni e mostrarli. Ci si chiede: è possibile operare una critica, mettere in pratica nuovi tipi di valutazione e di pratiche di cooperazione sociale, è possibile immaginare un diverso rapporto con il mondo e con le cose, in modo sconveniente, inopportuno, immeritato e ingiusto?