martedì 14 novembre 2017, ore 20.30
Potenza, Teatro Francesco Stabile
di: Spiro Scimone
con: Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale, Giulia Weber
regia: Francesco Sframeli
scena: Lino Fiorito
disegno luci: Beatrice Ficalbi
regista assistente: Roberto Bonaventura
foto di scena: Paolo Galletta
direttore tecnico: Santo Pinizzotto
amministrazione: Giovanni Scimone
realizzazione scena: Nino Zuccaro
produzione: Compagnia Scimone Sframeli
collaborazione: Théatre Garonne Toulouse
Ironia tagliente. Passione per il silenzio. Spaesamento dei personaggi. Trasporto per l’inconoscibile. Intelligenza critica e politica. Attesa come dimensione esistenziale. Tutto trasuda di cultura teatrale novecentesca e contemporanea. E non fa eccezione neppure questo Amore, scritto da Scimone e diretto da Sframeli. Che ha come novità principale la presenza di una donna. Mai apparsa fisicamente nei precedenti lavori e incarnata da Giulia Weber. Un’anziana signora intenta a sferruzzare, unita da anni al compagno, lo stesso Scimone, che chiama con insistenza Amore e al quale ricorda con ostinazione l’intimità del passato. Corpo e morte, è il tema che si dispiega con coraggio fino a scendere negli angoli più nascosti, teneri, patetici e tragicomici. Sulla scena scarna nell’oscurità appaiono soltanto due sepolcri marmorei, una coppia di vecchietti che, tra pannoloni da cambiare, creme da spalmare e dentiere da lavare, tra dialoghi surreali, ironia e amari motivi comici, si accudiscono ancora teneramente, dopo anni di convivenza. Ed è qui che “spuntano”, quasi evocati dai ricordi della donna, due pompieri con il loro mezzo: un carrello della spesa non privo di volante, sirena e lampeggiante. A “bordo” il comandante, Francesco Sframeli, sospinto dal sottoposto Gianluca Cesale. Anche in questo caso, con toni smorzati è il passato a riemergere. Gelosie, vergogne, momenti appartati, vacanze forzatamente separate non possono che richiamare i sotterfugi di un rapporto clandestino. Sicché il finale, con le due coppie che occupano i letti-tomba infilandosi sotto bianche lenzuola e dichiarandosi amore per l’ultima volta, pare un invito alla rieducazione sentimentale, da compiersi prima che sia troppo tardi. Lo spettacolo dura appena cinquanta minuti e alterna momenti quasi poetici ad altri irresistibilmente comici.
Con uno straordinario Sframeli che fa proprio un insegnamento di Peter Brook: “Tieniti forte e lasciati andare con dolcezza”. Quell’antico rigore è divenuto per la compagnia libertà, leggerezza che non ha bisogno di orpelli per imporsi.