È di Genevieve Mazin e Fabrice Guillot, giovani coreografi e ballerini di formazione classica e moderna, l'idea far nascere, nei primi anni Novanta, i Retouramont.
In questa formazione si fondono lo studio della danza e un profondo lavoro di ricerca architettonica con finalità didattiche e pedagogiche. Questa compagnia gioca con lo spazio tradizionale della rappresentazione e con i luoghi delle città di volta in volta coinvolte: verticalità e orizzontalità sono concetti spiegati attraverso la performance che abita lo spazio secondo canoni "impossibili". Lo spettatore è costretto a osservare le cose da una prospettiva nuova. Durante gli spettacoli è posto, infatti, di fronte a visioni che, illusorie, mostrano persino un superamento delle leggi della fisica. Osservando gli artisti sospesi nel vuoto, l'unico modo per comprendere, e godere della performance, è volgere lo sguardo verso punti inconsueti.