giovedì 17 settembre 2015
Teatro Francesco Stabile
prima nazionale
direzione Marcos Morau
coreografia Marcos Morau
in collaborazione con gli interpreti
testo e drammaturgia Pablo Gisbert – El Conde de Torrefiel
danzatori Laia Duran, Lorena Nogal, Manuel Rodriguez e Sau-Ching Wong
Intelligente. Innovativo. Poetico. Un bianco nucleare inonda la scena. Un tavolo rettangolare presiede il retro del palco, dove si siedono cinque attori-danzatori con il pubblico. Sopra di loro su uno schermo si proiettano dei testi e tra la scrivania e gli spettatori uno spazio per i ballerini. Le parole, sia scritte che parlate, catturano l’attenzione relegando la danza in secondo piano. Perché forse la vera musica di questo lavoro, la sua base ritmica è nelle voci, a volte impersonali, in altri casi ironiche. I corpi appaiono smembrati ma la forza cinetica li tiene a galla con i ballerini che per l’intera performance riescono a conservare tensione e forza. La danza appare quasi come un territorio vergine, inesplorato in cui si sublima tutto ciò che resta al di fuori del razionale. "Islanda" è una ricerca a tutto tondo sul valore dell’immagine e il concetto di realtà e ci spinge a trovare un nuovo modello di società, credibile nel bel mezzo di questa decadenza globale.
È uno spettacolo sulla crisi e la natura degli esseri umani. L’Islanda è il riferimento, è il modello sociale che rivela come siano possibili altri modi di governare. Separare l’immagine dal significato ci porta a una nuova verità. Ci guida appunto verso l’Islanda. È il quinto titolo di un decalogo che esplora il rapporto tra topografia e danza in cui gli spettacoli non sono destinati a documentare il luogo, ma a sviluppare un'idea. Questo “Islanda” è la bandiera della reinvenzione.