giovedì 21 novembre / ore 20.30
Cappella dei Celestini
INCERTI UMANI
performance in collaborazione con il regista Jacopo Mario GANDOLFI
Domenico Brancale è nato a Sant'Arcangelo (Basilicata), vive tra Bologna e Venezia, la Germania e La Francia. Ha scritto Cani e Porci (2001), Canti affilati (2003), L'ossario del sole (2007), Controre (Effigie, 2013) e, ultima sua produzione, Incerti umani (Passigli, 2013). Ha curato il libro Cristina Campo In immagini e parole (2006). Ha realizzato una versione delle poesie di Albino Pierro, che ne ha permesso la conoscenza in Germana. Ha tradotto Cioran, John Giorno, Michaux, Claude Royet-Journoud.
Poeta tra i più interessanti della scena italiana è anche performer. Collabora con artisti di diversi settori con i quali realizza spesso le sue le sue performance, che hanno origine e prendono vita sempre dalla sua poesia.
"Senza riprendere mai fiato. Si dice soprattutto dell'impossibilitato amore, del verso spezzato - incontro a un tu, nella distanza mantenuta promessa della cenere. Nell'immediato tracciato della voce. Raggiungere un "prima del respiro", "l'incerto umano". Questa estremità, per quella svolta della voce nel punto che muore... che il poema canta le cose mancate da e per sempre, dove la parola soffocata e rifiatata è condannata all'erranza, a un precipizio su cui è possibile affermare il proprio frammento d'incertezza... che il resto è poesia in cui soffia la creta smarrita." (Da Incerti Umani).
Jacopo Mario Gandolfi (nato a Bologna nel 1980) è un regista, scrittore e produttore indipendente. Si è laureato alla sezione Cinema del D.A.M.S. di Bologna e ha conseguito il suo Master in Screen Directing al Drama Centre London, dipartimento del Central Saint Martins, Londra. Nel 2008 ha fondato la JMG WONDERS Filmproduction ltd. con sede legale a Londra e dal 2009 è membro di OPERA MUTICA, un collettivo elettro-acustico multimediale che unisce musicisti e registi per originare eventi dal vivo in cui esplorano la relazione tra suono/immagine e tempo/memoria. La sua pratica cinematografica e ricerca visuale trova stimolo nei contesti urbani e nei motivi territoriali degli abitanti per raccontare e generare narrative sui e a partire dai luoghi. Vive e lavora a Istanbul.
Collabora con Domenico Brancale dal 2000. Tra i suoi titoli: Quante cose non sono chiamate amore!, Donme Istanbul, Emilio Isgrò C'è e non c'è, Zuid, Canti di un pellegrino, per citarne alcuni, visti in festival internazionali.