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martedì 7 novembre 2017, ore 20.30
Potenza, Teatro Francesco Stabile

 

concept, regia, coreografia: Francesca Pennini
drammaturgia: Angelo Pedroni
interpreti: cinque performer tra cui due circensi e tre danzatori

 

Nella continua ricerca di corpi, mondi e sistemi sconosciuti la nuova creazione di CollettivO CineticO per l’anno 2017 incontra il circo contemporaneo. Un’unione tra artisti circensi e performer cinetici, dove nulla può essere dato per scontato. Con Benvenuto Umano, la compagnia festeggia i suoi primi dieci anni di attività. Nella performance tutti gli elementi coreografici e danzanti cari alla fondatrice, regista e coreografa Francesca Pennini sembrano ricomporsi di più e meglio che in altre opere. La scena è qui intesa come un corpo che si offre medicalmente a una diagnosi. Un sistema di simboli e iconografie che attraversa contemporaneamente medicina tradizionale cinese, grafica giapponese, anatomia, astrologia, paganesimo, circo e gli affreschi del Salone dei Mesi di Palazzo Schifanoia a Ferrara di Francesco del Cossa.
Sul palco, una piccola tribù di performer e circensi danno vita a un rituale inventato, per celebrare e ricongiungere elementi tra loro diversissimi e tracciare una linea tra questa terra e la profondità del cielo. Benvenuto Umano è un incontro tra cultura orientale e occidentale con una fisicità che parla un linguaggio antico e al contempo appena inventato. Nella reazione tra anatomia e iconologia, quel tessuto di terminazioni nervose che è il corpo si farà collettore di dimensioni cosmiche antiche e appena inventate, di esperienze dermiche sconosciute. Il progetto e la proposta a CollettivO CineticO sono stati ideati da Corpi&Visioni e rappresentano il lavoro conclusivo del progetto decennale C/O iniziato nel 2007. Che rappresenta un sistema di performance distribuite nel tempo dove ciascuna indaga un’eterotopia, termine coniato da Foucault per designare il luogo altro. Le tappe nel corso di questi anni hanno avuto nature e formati vari, dall’esibizione in web streaming allo spettacolo teatrale che riflette sullo spazio stesso del palcoscenico o sull’area d’interpretazione tra spettatore e scena.