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mercoledì 6 novembre 2013, ore 20:30
Teatro Francesco Stabile

 

L'emblema di un male che ha segnato l'Europa e sembrava sconfitto. Ma che riemerge di continuo e si annida in ognuno di noi.
A.H., Adolf Hitler, è un piccolo trattato sulla profondità dell'anima, sull'essenza della malvagità. In principio è la menzogna la vera protagonista.

L'uomo ha iniziato a mentire quando ha costruito le prime parole, i discorsi, le frasi, ha parlato con linguaggi sofisticati che ingannano e si trasformano in strumenti di potere. È solo allora che il male si fa presente e assume le vesti di Hitler mentre il corpo dell'attore si trasforma, si contorce, si plasma per scrutare cosa realmente esiste oltre i baffetti. Il sudore si mescola alla nutella spalmata sul viso, alle ferite.

"Quali mani che hanno fatto la storia non grondano di sangue?" si domanda Hitler. Ecco allora arrivare ossessivamente pronunciate, ripetute, mimate le armi: dalla sciabola allo schioppo dalla balestra alla mitragliatrice. È un continuo fluire di parole, di menzogne mentre in una mutazione impercettibile il carnefice diventa vittima fino a mostrare il corpo dell'attore nudo, inerme.